Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di legittimità, nell'esaminare un ricorso per cassazione, deve dichiararne l'inammissibilità qualora il ricorrente non abbia esposto il quesito di diritto indispensabile ai sensi dell'art. 366-bis c.p.c. per l'illustrazione di ciascun motivo nei casi previsti dall'art. 360, comma 1, nn. 1), 2), 3) e 4) c.p.c. Tale requisito di ammissibilità del ricorso per cassazione, introdotto dal d.lgs. n. 40 del 2006, si applica ai ricorsi proposti avverso i provvedimenti pubblicati anteriormente all'entrata in vigore della legge n. 69 del 2009, che ha abrogato l'art. 366-bis c.p.c., in virtù del principio generale di irretroattività della legge di cui all'art. 11 delle preleggi e della disciplina transitoria di cui all'art. 58, comma 5, della legge n. 69 del 2009. Pertanto, il mancato rispetto di tale onere formale comporta l'inammissibilità del ricorso per cassazione, con conseguente condanna della parte ricorrente alla refusione delle spese di lite.