Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) è procedibile d'ufficio quando il fatto è commesso da soggetto già ammonito dal Questore ai sensi dell'art. 8 della L. n. 38/2009, a prescindere dall'epoca in cui l'ammonimento è stato emesso e dalla sua persistente vigenza al momento della commissione degli atti persecutori. Pertanto, la procedibilità d'ufficio sussiste anche qualora le condotte persecutorie si siano protratte oltre il momento dell'ammonimento, in quanto la circostanza dell'avvenuto ammonimento rileva di per sé ai fini della procedibilità, senza necessità che esso sia ancora efficace al tempo della commissione del reato. Il giudice di merito è tenuto a valutare la sussistenza di tale presupposto per la procedibilità d'ufficio, indipendentemente dalla qualificazione giuridica data dal pubblico ministero all'imputazione, essendo tale valutazione rimessa al suo prudente apprezzamento sulla base degli elementi probatori acquisiti.