Il diniego di condono edilizio per opere abusive realizzate in assenza o in difformità del titolo abilitativo edilizio e non conformi alle norme urbanistiche ed alle prescrizioni degli strumenti urbanistici, su immobili soggetti a vincoli paesaggistici imposti prima della esecuzione delle opere, è atto dovuto ai sensi della legge n. 326/2003 e della legge regionale n. 12/2004, a prescindere dal tipo di vincolo (assoluto o relativo) e dalla circostanza che l'area risulti urbanizzata di fatto, non essendo sufficiente tale elemento a dispensare dalla verifica della realizzabilità o sanabilità dell'opera. Il silenzio assenso non opera in tali ipotesi, in quanto il condono per opere in area vincolata è subordinato al parere favorevole delle amministrazioni preposte alla tutela del vincolo, sempre che si tratti di interventi riconducibili ai c.d. abusi formali o minori. La scelta del legislatore regionale di introdurre una disciplina più restrittiva rispetto a quella statale, escludendo la sanatoria per gli abusi realizzati prima dell'apposizione del vincolo, è stata ritenuta legittima dalla Corte Costituzionale in relazione alla eccezionalità delle norme sul condono e alla rilevanza della maggiore tutela dei beni ambientali e paesaggistici perseguita dalla Regione.