Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26529 del 12 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:26529PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) è integrato dalla reiterazione di condotte di minaccia o molestia, anche non gravi singolarmente considerate, che nel loro complesso siano idonee a cagionare nella persona offesa un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero a modificarne le abitudini di vita. L'elemento soggettivo del reato è integrato dal dolo generico, consistente nella volontà di porre in essere più condotte di minaccia o molestia, nella consapevolezza della loro idoneità a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice, oltre che dell'abitualità del proprio agire. La valutazione della sussistenza del reato deve tenere conto della durata, delle modalità e della gravità complessiva delle condotte, anche se singolarmente non gravi, nonché del loro impatto sulla vittima, la quale deve aver subito un effettivo mutamento delle proprie abitudini di vita a causa delle condotte persecutorie. La motivazione della sentenza di condanna deve dare conto in modo esaustivo e logico di tali elementi, senza che sia necessario il riscontro di ogni singolo episodio, essendo sufficiente la ricostruzione della condotta unitaria e della sua idoneità a cagionare gli eventi previsti dalla norma. Il giudice di appello, nel valutare la richiesta di rinnovazione istruttoria, gode di un ampio potere discrezionale, che può essere sindacato in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. BELMONTE Maria Tere - rel. Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. CARUSILLO Elena - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
Avverso la SENTENZA del 11/12/2019 della CORTE di APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere MARIA TERESA BELMONTE;
letta la requisitoria scritta, del 28 aprile 2021, del Sostituto Procuratore Generale, Lucia ODELLO, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
Udienza tenutasi ai sensi del Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, articolo 23, comma 8.
RITENUTO IN FATTO

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