Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34659 del 4 dicembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:34659PEN

Massima

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Il giudice chiamato ad applicare una misura di prevenzione personale, pur potendo fare riferimento a procedimenti penali in corso o definiti, ha l'obbligo di procedere ad una valutazione autonoma degli elementi probatori, specificando concretamente quelli rilevanti ai fini della prognosi di pericolosità sociale del proposto e spiegandone le ragioni. Non è sufficiente il mero richiamo a provvedimenti coercitivi emessi in sede penale, all'ordinanza di rinvio a giudizio o a sentenze di assoluzione o condanna non definitive, essendo necessaria un'interpretazione restrittiva dei presupposti per l'applicazione della misura, fondata sull'oggettiva valutazione di fatti specifici e non su meri sospetti, significativi di un'effettiva tendenza a delinquere del proposto. Il giudizio di pericolosità, in particolare per i c.d. "pericolosi generici", deve pertanto basarsi su un'autonoma e approfondita disamina degli elementi di fatto, senza potersi esaurire nel mero richiamo a provvedimenti emessi in altri procedimenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 05/02/2020 della Corte di appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal componente Dr. ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto in epigrafe la Corte di appello di Milano ha rigettato il ricorso proposto da (OMISSIS…

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