Il cittadino extracomunitario che richiede il rinnovo del permesso di soggiorno ha l'onere di dimostrare la disponibilità di un reddito adeguato e di una regolare occupazione, anche attraverso il regolare versamento dei contributi previdenziali. Tuttavia, non è possibile tollerare situazioni di precarietà estese oltre limiti ragionevoli, essendo richiesto al cittadino extracomunitario un atteggiamento attivo nella ricerca di opportunità lavorative coerenti con le proprie capacità e idonee a garantire il sostentamento mediante redditi tracciabili. Pertanto, il mancato superamento della contestata mancanza di disponibilità di un reddito adeguato e di una regolare occupazione, anche in presenza di un precedente rapporto di lavoro dichiarato, legittima il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno, in quanto il cittadino extracomunitario ha goduto di un periodo di comporto ben più lungo di quello ammissibile ex art. 22 comma 11 del D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, senza aver reperito un'attività lavorativa idonea a garantirgli un'adeguata fonte di reddito da attività lecita.