Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 11904 del 21 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:11904PEN

Massima

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Le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato alla polizia giudiziaria, disciplinate dall'articolo 350 c.p.p., comma 7, sono pienamente utilizzabili nella fase delle indagini preliminari ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, pur essendo state rese senza la presenza del difensore. Tuttavia, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, il giudice deve effettuare un'analisi specifica e congrua in relazione alla posizione di ciascun indagato, senza poter fondare il provvedimento cautelare unicamente sulla gravità dei fatti e sulla personalità delinquenziale di alcuni coindagati, senza alcun riferimento alle concrete e attuali esigenze cautelari relative all'indagato nei cui confronti si procede. Il giudice è pertanto tenuto a motivare adeguatamente, in relazione a ciascun indagato, circa la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato o di altri gravi indizi di colpevolezza, al fine di giustificare l'applicazione di una misura cautelare personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BLAIOTTA ((omissis)) - Presidente

Dott. MENICHETTI Carla - Consigliere

Dott. DOVERE Salvatore - Consigliere

Dott. MONTAGNI Andrea - rel. Consigliere

Dott. TANGA Antonio L. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 3217/2015 TRIB. LIBERTA' di ROMA del 18/11/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MONTAGNI ANDREA;
lette le conclusioni del P.G. Dott. DI NARDO MARILIA che ha chiesto l'annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Roma, per quanto rileva in questa sede, con ordinanza in data 18.11.2015, confermava l'ordinanza applicativa della misura cautelare carceraria nei confronti di (OMISSIS), i…

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