Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10171 del 12 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:10171PEN

Massima

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La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: Lo stato d'ira determinato da un fatto ingiusto della persona offesa non esclude la responsabilità per il reato di ingiurie, qualora le espressioni ingiuriose non siano state proferite immediatamente dopo e in conseguenza diretta del fatto ingiusto, ma in un momento successivo e in una diversa occasione, come nel caso di una conversazione telefonica. In tali ipotesi, l'esimente dello stato d'ira non può operare neppure a livello putativo, in quanto il nesso di immediatezza tra il fatto ingiusto e la reazione offensiva è venuto meno. Il giudice, pertanto, è tenuto a rigettare la richiesta di applicazione dell'esimente, in quanto il requisito della contestualità tra il fatto ingiusto e la reazione offensiva non risulta integrato. La condotta ingiuriosa, in assenza di tale nesso di immediata causalità, integra pienamente gli estremi del reato di ingiurie, con conseguente condanna dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Lui - Presidente

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giaco - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) D'. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 40/2008 GIUDICE DI PACE di CASAMASSIMA, del 25/03/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/12/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. Gioacchino Izzo, che chiede il rigetto del ricorso;

udito l'avv. Angelo Fiumara de…

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