Il decorso del termine di due anni previsto dall'art. 35, comma 16, della legge n. 47/1985 per il silenzio-assenso sulla domanda di condono edilizio non opera qualora l'amministrazione non sia stata messa in condizione di quantificare l'oblazione dovuta per il rilascio del titolo abilitativo, in quanto il richiedente non abbia prodotto la documentazione necessaria entro il termine assegnato. In tali casi, l'amministrazione è tenuta a esaminare la domanda sulla base della documentazione effettivamente prodotta, senza che possa ritenersi integrata la fattispecie del silenzio-assenso. Inoltre, l'amministrazione non è tenuta ad acquisire il parere della commissione edilizia quando la decisione sulla domanda di condono si basa sulla mera verifica della documentazione prodotta, senza l'esercizio di alcuna discrezionalità tecnica. Infine, l'amministrazione può legittimamente respingere la domanda di condono quando risulti una palese incongruenza tra la destinazione d'uso dichiarata nell'istanza originaria e quella desumibile dalla documentazione successivamente prodotta, senza che gravi sull'amministrazione l'onere di richiedere ulteriori integrazioni documentali, trattandosi di un procedimento avviato su istanza di parte relativo a un abuso edilizio.