Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22956 del 12 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:22956PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così espresso: Il giudice può disporre la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un indagato per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, anche qualora una precedente richiesta di misura cautelare per gli stessi fatti sia stata respinta da altro giudice, in quanto il provvedimento di rigetto precedente era stato adottato in sede di delibazione circoscritta alla sola convalida dell'arresto e non preclude l'adozione di una diversa misura cautelare da parte del giudice funzionalmente competente per il procedimento. La valutazione della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, dei presupposti soggettivi ed oggettivi del reato di tentata estorsione aggravata e dell'integrazione degli estremi del metodo mafioso rientra nel merito della decisione cautelare, che è insindacabile in sede di legittimità ove adeguatamente motivata sulla base delle specifiche modalità della condotta criminosa, degli obiettivi perseguiti e della metodologia intimidatoria utilizzata dall'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1394/2011 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO, del 18/10/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALBERTO MACCHIA;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. CESQUI Elisabetta che ha chiesto il rigetto del ricorso;

uditi i difensori avv.ti (OMISSIS) e (OMISSIS) che hanno chiesto l'accoglimento del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza del 18…

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