Cassazione penale Sez. I sentenza n. 44223 del 18 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:44223PEN

Massima

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Il sequestro e la confisca di beni immobili acquisiti con proventi di attività illecite, in particolare di associazione di tipo mafioso, sono legittimi anche quando il valore dei beni non sia particolarmente elevato, purché il condannato non abbia fornito la prova della loro lecita provenienza e i redditi dichiarati risultino insufficienti per giustificare l'acquisto. Il giudice, nel valutare la sproporzione tra il valore dei beni e i redditi leciti, non è vincolato a criteri rigidi, ma può operare un apprezzamento complessivo della situazione patrimoniale e reddituale del condannato, tenendo conto anche di acquisizioni immobiliari non direttamente colpite dal sequestro. La motivazione della decisione di confisca, se congrua e immune da illogicità manifesta, è sottratta al sindacato di legittimità, essendo espressione di un potere discrezionale del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità salvo vizi logici o giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TA. FI. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 380/2008 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 16/04/2009;

sentita la relazione fetta dal Consigliere Dott. MASSIMO VECCHIO;

Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, Dott. Monetti Vito, Sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso questa Corte suprema, il quale ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

RILEVA

1. - Con ordinanza, deli…

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