Il principio di prossimità nella gestione dei rifiuti urbani indifferenziati (CER 20.03.01) impone che il trattamento di tali rifiuti avvenga all'interno dell'Ambito Territoriale Ottimale (ATO) di appartenenza del Comune conferente, al fine di ridurre al minimo gli spostamenti e i relativi impatti ambientali. Pertanto, il titolare di un impianto di trattamento rifiuti ubicato in un ATO diverso da quello del Comune conferente non può vantare un interesse diretto, concreto e attuale a contestare l'autorizzazione rilasciata per un impianto operante in un ATO differente, in quanto tale possibilità di accaparramento di una fetta di mercato ulteriore rispetto all'ATO di appartenenza costituisce ipotesi meramente eventuale e residuale, ammessa solo in caso di carenza di impianti nell'ATO di riferimento. Il principio di prossimità, infatti, si correla e si interseca con quello di autosufficienza regionale nello smaltimento dei rifiuti urbani indifferenziati, imponendo che il trattamento di tali rifiuti avvenga all'interno degli impianti afferenti all'ATO di appartenenza del Comune conferente.