L'uso pubblico di un'area privata può essere legittimamente imposto dall'autorità amministrativa, anche in assenza di una formale cessione gratuita, qualora risulti accertata la destinazione pubblica dell'area in base a precedenti titoli edilizi e atti di impegno, indipendentemente dalla condotta e dalle pretese del privato proprietario o possessore. L'esercizio dei poteri di vigilanza e autotutela demaniale da parte dell'amministrazione comunale, volti ad assicurare l'uso pubblico dell'area, non integra un annullamento in autotutela della denuncia di inizio attività presentata dal privato per l'installazione di una sbarra di chiusura, ma costituisce legittimo esercizio dei poteri di cui agli artt. 27 e 35 del d.P.R. n. 380/2001. La destinazione pubblica dell'area può essere desunta dalla licenza edilizia originaria e dagli atti di impegno assunti dal privato, anche in assenza di una formale cessione gratuita, qualora risulti che l'area residua, dedotto il sedime dell'edificio, esaurisca tutte le superfici disponibili e non possa che identificarsi in quelle destinate a uso pubblico. Il mero utilizzo dell'area da parte dei clienti e utenti delle attività commerciali, professionali e direzionali ubicate nell'edificio condominiale non integra un uso pubblico a favore dell'indifferenziata collettività, ma costituisce un uso limitato a soggetti determinati, non preclusivo dell'esercizio dei poteri di autotutela demaniale da parte dell'amministrazione.