La realizzazione di autorimesse e parcheggi pertinenziali, ai sensi dell'art. 9 della legge n. 122/1989 (c.d. "legge Tognoli"), è condizionata al requisito dell'integrale interramento della struttura rispetto al piano di campagna originario, non essendo sufficiente il mero interramento rispetto al piano stradale. Pertanto, il manufatto che, pur risultando interrato rispetto alla quota della strada, sia in realtà fuori terra rispetto al livello altimetrico del terreno circostante, non può essere considerato conforme alla normativa di riferimento e, di conseguenza, non può essere oggetto di sanatoria edilizia ai sensi dell'art. 37 del D.P.R. n. 380/2001. L'Amministrazione, nel valutare l'istanza di accertamento di conformità, non è tenuta a un'analitica confutazione delle osservazioni presentate dal privato, essendo sufficiente che dalla motivazione del provvedimento di diniego risulti che l'Amministrazione abbia comunque tenuto conto, nel loro complesso, di tali deduzioni. Inoltre, il precedente rilascio del certificato di agibilità non preclude all'Amministrazione l'esercizio del potere repressivo degli abusi edilizi in concreto riscontrati, in quanto i presupposti per il rilascio del titolo edilizio e del certificato di agibilità sono diversi e non sovrapponibili. Infine, l'onere di dimostrare il pregiudizio sulla stabilità del manufatto, al fine di ottenere la sostituzione della sanzione demolitoria con quella pecuniaria ai sensi dell'art. 34, comma 2, del D.P.R. n. 380/2001, grava sul privato sanzionato, il quale deve fornire una seria ed idonea prova di tale pregiudizio.