Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 2189 del 19 gennaio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:2189PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il reato associativo di cui all'art. 74 D.P.R. 309/1990 si configura quando vi sia la prova di un vincolo stabile tra tre o più persone, caratterizzato da una struttura organizzativa con ripartizione di compiti e finalizzato alla realizzazione di un programma criminoso indeterminato in materia di stupefacenti, a prescindere dall'esplicita manifestazione di una volontà associativa, essendo sufficiente la partecipazione consapevole e volontaria dell'associato attraverso comportamenti significativi di attiva e stabile adesione. La circostanza aggravante di cui all'art. 416-bis, comma 1, c.p. di aver agevolato un'associazione mafiosa richiede la prova del dolo specifico, non potendo fondarsi sul mero automatismo derivante dalla presenza sul territorio di un gruppo mafioso. In tema di misure cautelari, per i reati associativi opera una duplice presunzione relativa, di pericolosità sociale dell'indagato e di adeguatezza della sola custodia cautelare in carcere, superabile solo in presenza di elementi concreti che dimostrino l'insussistenza di esigenze cautelari o la possibilità di soddisfarle con misure meno afflittive, senza che a tal fine sia sufficiente il mero decorso del tempo dalla commissione dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. BASSI A. - rel. Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 21/05/2020 del Tribunale di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere BASSI Alessandra;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo che l'ordinanza sia annullata quanto alla circostanza aggravante di cui all'articolo 416-bis c.p., comma 1 e che il ricorso sia rigettato nel resto.
RITENUTO IN FATTO

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.