Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1138 del 13 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:1138PEN

Massima

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Il contributo consapevole e volontario di un soggetto alla vita di un'associazione di stampo mafioso, attraverso il reperimento di basi logistiche, la gestione dei reati-fine, il sostentamento degli associati e la gestione degli illeciti profitti, integra il delitto di partecipazione ad associazione per delinquere di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p., anche in assenza di una posizione apicale all'interno dell'organizzazione. La sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991 è ravvisabile quando il reato è commesso avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà tipiche del metodo mafioso, al fine di agevolare l'attività dell'associazione criminale e rafforzarne il radicamento sul territorio. In tali casi, la presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. non può essere superata in assenza di elementi obiettivi idonei a dimostrare l'insussistenza di tali esigenze.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo Presidente del 24/11/2 -

Dott. GIORDANO ((omissis)) SENTE -

Dott. ROMBOLA' ((omissis)) N. 3 -

Dott. BONITO Francesco M.S. Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. CASSANO Margherita rel. Consigliere N. 33724/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 292/2009 TRIB. LIBERTA' di CALTANISSETTA, del 16/07/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARGHERITA CASSANO;

sentite le conclusioni del PG Dott. Iacoviello F.M. che ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza impugnata limitatamente al reato di cui al capo v.; rigetto nel res…

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