L'Amministrazione ha l'obbligo di provvedere espressamente sulle istanze presentate dai privati, in applicazione dei principi generali di doverosità dell'azione amministrativa, ragionevolezza e buona fede, anche in assenza di una espressa previsione legislativa che tipizzi l'istanza. Tale obbligo sussiste per le domande di concessione demaniale marittima, in quanto l'articolo 36 del codice della navigazione prevede che l'amministrazione marittima possa concedere l'occupazione e l'uso, anche esclusivo, di beni demaniali e di zone di mare territoriale, e l'articolo 18 del Regolamento per la navigazione marittima dispone la pubblicazione delle domande relative a concessioni di particolare importanza, imponendo quindi un procedimento finalizzato a garantire la concorrenzialità in tale ambito. Pertanto, in presenza di una simile domanda, sull'Amministrazione incombe il dovere giuridico di attivarsi, quanto meno per dare un riscontro (ancorché negativo) al richiedente. Il ricorso avverso il silenzio serbato dall'amministrazione su di un'istanza sulla quale essa ha l'obbligo di provvedere è finalizzato ad ottenere un provvedimento esplicito che elimini lo stato di incertezza ed assicuri al contempo al privato una decisione che investe la fondatezza della sua pretesa, fermo restando tuttavia che al giudice adito non è concesso di sindacare il merito del procedimento amministrativo non portato a compimento, dovendo egli limitarsi a valutare la astratta accoglibilità della domanda, senza sostituirsi agli organi dell'amministrazione quanto agli apprezzamenti, alle valutazioni ed alle scelte discrezionali. Pertanto, il giudice, in accoglimento del ricorso avverso il silenzio, può solo ordinare all'Amministrazione di provvedere espressamente sull'istanza, senza poter pronunciarsi sulla fondatezza della pretesa del ricorrente, la cui determinazione è rimessa all'Amministrazione.