La perimetrazione di una zona di interesse archeologico, qualificata come tale dalla competente Soprintendenza, rientra nelle funzioni della Commissione regionale per il patrimonio culturale, la quale può provvedere a tale attività di perimetrazione e alla contestuale definizione della relativa disciplina d'uso, senza che sia necessaria l'approvazione preventiva del piano paesaggistico. Tale provvedimento di perimetrazione non costituisce un vincolo indiretto sui beni privati, ma rappresenta l'esercizio di un potere di tutela paesaggistica ex lege, in conformità agli artt. 141-bis e 142, comma 1, lett. m) del d.lgs. n. 42/2004. L'amministrazione è tenuta a motivare adeguatamente il provvedimento, rispondendo alle osservazioni dei privati interessati, senza che sia necessaria una comunicazione personale dell'avvio del procedimento, essendo sufficiente il rispetto delle forme di pubblicità previste dalla legge. Il provvedimento di perimetrazione, in quanto espressione di un potere di tutela paesaggistica, non determina un danno risarcibile in capo ai proprietari dei beni ricompresi nell'area tutelata, in assenza di un'illegittimità dell'azione amministrativa.