Il luogo di consumazione del delitto di accesso abusivo a sistema informatico o telematico di cui all'art. 615-ter c.p. coincide con quello in cui si trova l'utente che, tramite elaboratore elettronico o altro dispositivo per il trattamento automatico dei dati, supera le misure di sicurezza apposte dal titolare per selezionare gli accessi e tutelare la banca-dati memorizzata all'interno del sistema centrale, ovvero vi si mantiene eccedendo i limiti dell'autorizzazione ricevuta. Tuttavia, qualora l'individuazione di tale luogo non sia possibile, la competenza per territorio va determinata con riferimento al luogo di commissione del reato di frode informatica connesso, ai sensi dell'art. 328, comma 1-quater, c.p.p., atteso che entrambi i reati rientrano nella previsione dell'art. 51, comma 3-quinquies, c.p.p. In tal caso, la competenza spetta al giudice dell'udienza preliminare del tribunale nel cui circondario è stato commesso il reato di frode informatica, salvo che non sia possibile individuare neppure tale luogo, nel qual caso la competenza va riconosciuta al giudice dell'udienza preliminare del tribunale in cui è stata esercitata l'azione penale.