Cassazione penale Sez. III sentenza n. 24821 del 21 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:24821PEN

Massima

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Il reato di cui all'art. 96 del D.P.R. n. 361 del 1957 (corruzione elettorale) sussiste quando il candidato, al fine di ottenere il favore elettorale di un elettore, eroga a quest'ultimo una somma di denaro, anche se apparentemente motivata per l'acquisto di cibo e bevande per una cena elettorale mai effettivamente svolta. La responsabilità penale dell'imputato può essere accertata sulla base di un esame analitico e puntuale delle risultanze processuali, senza che rilevi l'eccezione di inutilizzabilità delle dichiarazioni rese dai coindagati in sede di indagini preliminari, in quanto al momento del loro rilascio essi non avevano ancora assunto la veste di indagati. Le censure del ricorrente che si risolvono in una mera rilettura degli atti probatori per pervenire a una diversa interpretazione degli stessi, più favorevole alla propria tesi difensiva, sono inammissibili in sede di legittimità, in quanto in contrasto con il principio di cui all'art. 606 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. SQUASSONI Claudia - Consigliere

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. AMOROSO Giovanni - Consigliere

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Co. Gi. , nato il (OMESSO);

Avverso la Sentenza Corte di Appello di Palermo, emessa il 23/04/010;

Visti gli atti, la sentenza denunziata ed il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere dott. Mario Gentile;

Udito il Pubblico Ministero in persona del dott. SPINACI Sante che ha concluso per Rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. Cordone Alfredo, difensore di fiducia del ricorrente, Co. Gi. .

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