Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2159 del 17 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:2159PEN

Massima

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Il possesso di un bene mobile, come un telefono cellulare, che rechi chiari segni di un legittimo possesso altrui, integra il reato di furto o, in subordine, il reato di appropriazione di cose smarrite, a prescindere dalla consapevolezza del soggetto agente circa l'alterità del bene. Ciò in quanto il telefono cellulare, recando al suo interno un codice identificativo (IMEI) che consente di risalire al proprietario o al legittimo possessore, non può essere considerato come un bene smarrito, ma conserva evidenti indizi di appartenenza ad altri. Pertanto, il giudice dell'udienza preliminare non può escludere la responsabilità penale dell'imputato sulla base di una valutazione della prova che non tenga conto di tali elementi, essendo tenuto a verificare la sussistenza dei presupposti per il rinvio a giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. LIGNOLA F. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI POTENZA;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 20/2012 GUP PRESSO TRIB.MINORI di POTENZA, del 13/11/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FERDINANDO LIGNOLA;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dr. ((omissis)), ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 13 no…

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