Il provvedimento amministrativo di demolizione di opere edilizie abusive, emesso ai sensi dell'art. 31, comma 2, del d.P.R. n. 380/2001, è legittimo qualora sia accertata la realizzazione di soppalchi all'interno dell'abitazione e di strutture fisse nel cortile in assenza del prescritto titolo abilitativo. Tuttavia, il provvedimento di demolizione può essere annullato dal giudice amministrativo qualora risulti violato il principio di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione di cui all'art. 97 della Costituzione, nonché i principi di partecipazione e motivazione di cui alla legge n. 241/1990. In particolare, il provvedimento deve essere adeguatamente motivato, nel rispetto del contraddittorio procedimentale, e la sua esecuzione può essere impedita dalla sopravvenuta rimozione volontaria delle opere abusive da parte del destinatario dell'ordine di demolizione, in quanto ciò determina la sopravvenuta carenza di interesse all'annullamento del provvedimento. In tali ipotesi, il giudice amministrativo dichiara l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, compensando le spese di lite, fermo restando l'obbligo del ricorrente di sostenere le spese relative all'attività di verificazione disposta dal giudice.