Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27381 del 4 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:27381PEN

Massima

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La condotta di un pubblico ufficiale, anche se ritenuta dall'imputato arrogante e animata da malanimo, non integra il reato di ingiuria se rientra nell'esercizio delle sue funzioni istituzionali e non esorbitante dallo scopo tipico cui le stesse sono preordinate. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza della scriminante di cui all'art. 599, comma 2, c.p., deve accertare se la condotta del pubblico ufficiale, pur potendo essere ritenuta sgarbata o sproporzionata, sia comunque riconducibile all'esplicazione dei suoi compiti e poteri istituzionali, senza che assuma rilievo la prospettazione alternativa del fatto storico da parte dell'imputato, volta a sostenere una lettura diversa e a sé favorevole degli elementi di prova. Il ricorso avverso la sentenza di condanna per ingiuria è pertanto dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in quanto la critica mossa alla motivazione della decisione impugnata non attiene ai canoni di valutazione della prova, ma direttamente ai contenuti fattuali della stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. RI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 04/10/2007 GIUDICE DI PACE di FOGGIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. AMATO ALFONSO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CEDRANGOLO O., che ha concluso per l'inamm.ta'.

udito il difensore Avv. ROMANO M..

MOTIVI DELLA DECISIONE

Ma. Ri. e' stata con…

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