Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22629 del 11 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:22629PEN

Massima

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Il contributo del singolo all'associazione mafiosa, ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 416-bis c.p., deve essere dimostrato in modo concreto ed univoco, non essendo sufficiente la mera partecipazione episodica o la semplice conoscenza di affiliati al sodalizio criminoso. È necessario accertare un apporto stabile e funzionalmente rilevante all'organizzazione, tale da incidere concretamente sulla sua operatività e sul perseguimento dei suoi scopi illeciti. La mera vicinanza o relazione personale con membri dell'associazione, in assenza di un effettivo e apprezzabile contributo all'attività del gruppo, non integra gli estremi del reato di partecipazione ad associazione mafiosa. La motivazione della misura cautelare deve pertanto dare conto in modo puntuale e logicamente coerente degli elementi che comprovano il ruolo attivo e consapevole dell'indagato nell'ambito dell'organizzazione criminale, non potendosi fondare su meri sospetti o congetture.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MA.Vi. , nato l'(OMESSO);

avverso l'Ordinanza del Tribunale della Liberta' di Napoli del 18.11.2009;

sentita la Relazione svolta dal Cons. Dott. Gian Giacomo Sandrelli;

E' presente Tortolano Alberto del Foro di Napoli;

Sentite le Requisitorie del PG. (nella persona del Cons. Dott. D'ANGELO Giovanni), che ha chiesto l'annullamento con rinvio;

L'avv. Tortolano si as…

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