Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27931 del 8 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:27931PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare della custodia in carcere, pur essendo una misura restrittiva della libertà personale, può essere legittimamente disposto dal giudice quando sussistano gravi indizi di colpevolezza e concreti e specifici elementi che rendano necessaria la sua applicazione per esigenze cautelari, quali il pericolo di fuga, di inquinamento probatorio o di reiterazione del reato. Tuttavia, una volta cessata la misura cautelare per sopravvenuta carenza di interesse, il ricorrente deve manifestare in modo espresso e univoco il proprio interesse concreto e attuale a una pronuncia sui motivi di ricorso, al fine di poter eventualmente agire per ottenere la riparazione per ingiusta detenzione, non essendo sufficiente il mero interesse astratto alla decisione del merito. Il giudice, pertanto, è tenuto a dichiarare l'inammissibilità del ricorso qualora manchi tale espressa manifestazione di interesse da parte del ricorrente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. DI CASOLA Carlo - Consigliere

Dott. ROSSI Agnello - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) NO. RA. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 10/04/2008 TRIB. LIBERTA' di BOLOGNA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' per carenza di interesse.

FATTO

Con ordinanza in data 11.04.2008 il Tribunale di Bologna rigettava l'appello proposto nell'interesse di No. Ra. avverso l'ordinanza del 07.03.2008 con cui l…

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