Cassazione penale Sez. I sentenza n. 6260 del 16 febbraio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:6260PEN

Massima

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Il reato di danneggiamento seguito da pericolo di incendio di cui all'art. 424 c.p. richiede che l'agente appicchi il fuoco al fine di danneggiare la cosa altrui e che dall'azione derivi un pericolo di incendio. Pertanto, quando l'imputato appicca il fuoco a beni di sua proprietà, pur con l'intento di ottenere un risarcimento assicurativo, non sussiste il requisito dell'alterità della cosa danneggiata né il pericolo di diffusione dell'incendio, essendo le conseguenze limitate. In tali casi, la condotta non integra il reato di cui all'art. 424 c.p., ma al più una condotta penalmente irrilevante. Inoltre, la condanna dell'imputato al risarcimento dei danni in favore della parte civile, pronunciata in sede di appello a seguito della declaratoria di estinzione del reato per prescrizione, è illegittima, in quanto la decisione sulle restituzioni e sul risarcimento del danno può essere adottata solo nel caso in cui, nel precedente grado di giudizio, sia stata affermata, con la sentenza di condanna, la responsabilità dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 79/2008 CORTE APPELLO GENOVA, del 10/11/2010;

Visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. Adriana Carta;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Eduardo Scardaccione che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RILEVA IN FATTO

1.- Con sentenza pronunciata in data 15…

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