Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20463 del 15 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:20463PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che legittimamente richiede l'esibizione dei documenti di identità nell'ambito di un controllo istituzionale non commette alcun atto arbitrario, e la reazione violenta e minacciosa del soggetto sottoposto al controllo, anche se già noto alle forze dell'ordine, integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale, non essendo giustificata dalla mera invocazione di una presunta scriminante. La valutazione della congruità della pena inflitta rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale assolve all'obbligo motivazionale enunciando anche sinteticamente la valutazione di uno o più dei criteri indicati dall'art. 133 c.p., senza necessità di un'analitica esposizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

LO. Gi. , nato a (OMESSO);

avverso sentenza della Corte d'Appello di Milano del 24 gennaio 2006;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. FAZIO ((omissis));

Udito il Procuratore Generale in persona del sostituto Dott. D'ANGELO Giovanni che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

C…

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