Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 28707 del 17 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:28707PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria posizione di vertice in una pubblica amministrazione, accetta denaro o altre utilità al fine di influenzare i propri dipendenti per favorire indebitamente soggetti privati sottoposti a verifiche e accertamenti fiscali, commette il reato di corruzione e può essere sottoposto a misura cautelare personale, anche detentiva, qualora sussistano gravi indizi di colpevolezza e concreti pericoli di reiterazione del reato o di inquinamento probatorio. Tuttavia, la motivazione della misura cautelare deve essere adeguata e congrua, in particolare nel valutare l'effettiva persistenza di tali pericoli anche a seguito delle dimissioni del pubblico ufficiale dal suo incarico, nonché nell'esaminare la possibilità di applicare misure cautelari meno afflittive della custodia in carcere. La mancanza di una motivazione adeguata su tali aspetti determina l'annullamento dell'ordinanza cautelare con rinvio al giudice per un nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. CONTI Giovann - rel. Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);

avverso la ordinanza del 13/12/2011 del Tribunale di Torino;

visti gli atti, la ordinanza denunziata e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio;

uditi per il ricorrente gli avvocati (OMISSIS) e l&#…

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