Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27106 del 30 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:27106PEN

Massima

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La custodia cautelare in carcere è la regola per il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, salvo che non siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari. Le uniche eccezioni che consentono l'adozione di misure coercitive diverse dalla custodia in carcere riguardano le speciali esigenze di cura di figli di età minore dei sei anni, il superamento dei settanta anni di età o condizioni di salute incompatibili con il regime detentivo. Il giudice non può estendere d'ufficio la sua cognizione a questioni non prese in esame dal giudice di primo grado, essendo il suo sindacato limitato ai motivi dedotti dall'impugnante e al decisum del provvedimento gravato. Pertanto, l'impugnazione può essere presa in esame solo in relazione al profilo della mancata sostituzione della misura della custodia in carcere con quelle dell'obbligo di dimora e della presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria, non essendo state dedotte né la sussistenza di una delle situazioni legittimanti la sostituzione, né altre ragioni idonee a smentire la presunzione di pericolosità di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. La proposizione di motivi diversi da quelli consentiti o manifestamente infondati comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento, nonché al versamento di una somma a favore della Cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 19/12/2016 del Tribunale di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con ordinanza emessa in data 19 dicembre 201…

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