Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: In tema di recidiva, il limite all'aumento di pena previsto dall'articolo 99 c.p., comma 6, non rileva ai fini della determinazione del termine di prescrizione, il cui computo deve essere effettuato secondo parametri oggettivi, generali e astratti previsti dagli articoli 157 e 161 c.p., come modificati dalla L. 5 dicembre 2005, n. 251. Pertanto, l'aumento per la recidiva reiterata, specifica ed infraquinquennale, di cui all'articolo 99, comma 4, pari a due terzi del massimo edittale, deve essere computato integralmente ai fini della determinazione del termine di prescrizione, senza che possa trovare applicazione la regola mitigatoria di cui all'articolo 99, comma 6. Inoltre, il mutamento giurisprudenziale che ha sancito tale principio non è suscettibile di interpretazione retroattiva in malam partem per violazione dell'articolo 7 CEDU, in quanto tale interpretazione non era ragionevolmente prevedibile al momento della commissione del fatto, non essendovi un indirizzo giurisprudenziale consolidato sull'incidenza dell'articolo 99 c.p., comma 6, sulla prescrizione.