La realizzazione di un manufatto edilizio in assenza di titolo abilitativo, anche se antecedente all'entrata in vigore della legge urbanistica del 1967, costituisce comunque un'opera abusiva suscettibile di demolizione, in quanto la normativa vigente già prima di tale data, a partire dalla determinazione podestarile del 1939 e dalla legge urbanistica del 1942, prescriveva l'obbligo di ottenere l'autorizzazione comunale per l'esecuzione di opere edilizie nell'ambito dell'abitato. L'ordinanza di demolizione di una costruzione abusiva, in quanto atto dovuto, è sufficientemente motivata con il solo accertamento dell'abuso, in quanto l'interesse pubblico alla sua rimozione è "in re ipsa"; tuttavia, qualora sia decorso un lungo lasso di tempo dall'ultimazione dell'abuso, l'Amministrazione è tenuta a motivare adeguatamente l'ordine di demolizione, al fine di evitare di aver ingenerato un legittimo affidamento nel privato, onere che però grava sul ricorrente, il quale deve provare sia il decorso di un lungo periodo di tempo sia l'esistenza di un legittimo affidamento.