Il Comune può legittimamente ordinare la cessazione di un'attività di autorimessa esercitata in assenza della prescritta dichiarazione di inizio attività (DIA), in quanto l'omissione di tale adempimento comporta l'esercizio dell'attività in contrasto con la normativa vigente, rendendo applicabili le sanzioni previste dall'art. 20, comma 2, della legge n. 241/1990, tra cui l'ordine di cessazione di cui all'art. 17-ter del R.D. n. 773/1931. L'autorità procedente può validamente acquisire e valutare le osservazioni del privato trasmettendole all'organo di polizia che ha effettuato gli accertamenti, in quanto quest'ultimo è il soggetto maggiormente in grado di esaminare e controdedurre alle deduzioni dell'interessato. La mancata produzione di memoria da parte del privato per l'udienza rende inammissibile la successiva memoria di replica, in quanto ciò violerebbe il principio del contraddittorio e della parità delle parti. L'istruttoria condotta dall'autorità amministrativa, basata su elementi quali la presenza di un custode, di un'insegna pubblicitaria e di avventori che confermano l'utilizzo a pagamento dell'area, è ritenuta adeguata e non superficiale ai fini dell'accertamento dell'esercizio abusivo dell'attività di autorimessa.