Cassazione penale Sez. V sentenza n. 49811 del 9 dicembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:49811PEN

Massima

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Il pubblico dipendente che, al fine di apparire in servizio e ottenere il diritto a percepire gli emolumenti stipendiali, forma attestazioni non veritiere della sua presenza in ufficio, corredate dalla falsa firma del dirigente, commette il reato di falsità ideologica in atto pubblico, in quanto tali attestazioni, contenendo manifestazioni dichiarative o di volontà riferibili alla pubblica amministrazione, hanno oggettivo rilievo e interesse eccedente l'area del mero rapporto di impiego tra ente pubblico e dipendente. L'apposizione della falsa firma del dirigente, che rappresenta una manifestazione dichiarativa dell'ente circa la veridicità dei contenuti dell'atto e produce conseguenze sulle successive determinazioni in termini di liquidazione delle spettanze lavorative, integra un elemento aggiuntivo rispetto alla mera attestazione di presenza del lavoratore pubblico nell'ambito del suo rapporto di lavoro, idoneo a configurare il reato di falsità ideologica in atto pubblico. Inoltre, il pubblico dipendente che, abusando della relazione d'ufficio, si avvale di fogli e timbri dell'amministrazione per rendere più agevole l'apposizione della firma apocrifa del dirigente e realizzare i reati, integra l'aggravante di cui all'art. 61, comma 1, n. 11 c.p. Il danno patrimoniale arrecato alla pubblica amministrazione dalla condotta illecita del dipendente pubblico infedele va inteso non solo come danno economico corrispondente alla retribuzione erogata per una prestazione lavorativa inferiore a quella dovuta, ma anche come danno derivante dall'incidenza negativa della condotta sull'organizzazione dell'ente e dalla grave compromissione del rapporto fiduciario tra l'ente e il suo dipendente, a prescindere dall'eventuale successivo recupero delle somme indebitamente percepite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/05/2018 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. BRANCACCIO MATILDE;
udito il Sostituto Procuratore Generale Dr. MIGNOLO OLGA che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio per essere decorsi i termini di prescrizione.
udito il difensore dell'imputato, avv. (OMISSIS), che si riporta ai motivi di ricorso.
RITENU…

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