Cassazione penale Sez. II sentenza n. 2292 del 20 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:2292PEN

Massima

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Il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso si configura quando l'agente, in concorso con altri soggetti appartenenti a un sodalizio criminale di stampo mafioso, mediante minacce tipiche di tale contesto, costringe la vittima a versare indebite somme di denaro. La sussistenza della gravità indiziaria e dell'aggravante mafiosa può essere desunta dalla ricostruzione dettagliata della vicenda estorsiva, dalla presenza dell'indagato sul luogo dei fatti insieme agli altri concorrenti, nonché dalle dichiarazioni della persona offesa che facciano riferimento all'esistenza di un più ampio gruppo criminale. Tali elementi, unitamente alla negativa personalità dell'indagato e al suo passato criminale, giustificano l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere in ragione del concreto pericolo di reiterazione del reato, attesa l'insufficienza di misure meno afflittive a recidere i vincoli con l'ambiente mafioso di riferimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 5198/2015 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 20/05/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FABRIZIO DI MARZIO;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), sulla inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con l'ordinanza oggi impugnata il tribunale di Catania ha confermato l'ordinanza del gip del tribunale della medesima citta' in data 4.5.2015 con la quale e' stata applicata n…

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