Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2905 del 23 gennaio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:2905PEN

Massima

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Il dolo del delitto di atti persecutori può essere desunto anche da circostanze non direttamente dimostrative della coscienza e volontà dell'imputato, purché siano comunque idonee a provare la sua consapevolezza di realizzare uno degli eventi tipici del reato. Tuttavia, qualora le condotte realizzate si risolvano in semplici molestie e minacce, senza determinare nella vittima un grave e perdurante stato di ansia o un'alterazione delle abitudini di vita, il fatto può essere derubricato in reati meno gravi, come quello di cui agli artt. 660 o 612 c.p. Nell'applicazione delle circostanze attenuanti generiche, il giudice deve valutare non solo la personalità dell'imputato, ma anche tutte le altre circostanze concrete del caso, al fine di determinare se sussistano elementi idonei a diminuire la gravità del fatto e la colpevolezza dell'autore.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TRIBUTARIA PENALE

Composta da

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SCORDAMAGLIA ((omissis)). CIRILLO ((omissis)). GIORDANO ((omissis)). CARUSILLO Elena - Rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto nell'interesse di
Ha.Ad., nato in omissis il omissis
avverso la sentenza emessa il 26/10/2022 dalla Corte d'appello di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere dott.ssa ((omissis));
preso atto delle conclusioni del Pubblico ministero nella persona del Sostituto Procuratore Generale dott.ssa ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilità del ricorso; lette le conclusioni formulate dall'avv. Ma. Po., difensore della parte civile.
RITENUTO IN FATTO
1. Il difensore di Ha.Ad., avv. Wa. Sa., ricorre …

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