Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12800 del 19 dicembre 1991

ECLI:IT:CASS:1991:12800PEN

Massima

Massima ufficiale
Il principio fondamentale che informa il giudizio abbreviato - essere cioe` adottata la decisione finale allo stato degli atti - subisce una deroga nel caso di giudizio abbreviato disposto in "limine" del giudizio direttissimo, essendo invece consentito al giudice, ai sensi dell`art. 452, comma secondo, cod.proc.pen., di assumere gli elementi necessari ai fini della decisione. Nell`ambito del suddetto articolo risulta, dunque, eliminata l`incompatibilita` che sussiste tra giudizio abbreviato ed assunzione, in tale fase, di prove, e disegnata, invece, una disciplina processuale intermedia caratterizzata sia dalla utilizzazione senza limiti - che e` propria del giudizio ex art. 438 cod.proc.pen. - delle prove acquisite nelle indagini preliminari, sia dall`assunzione di quelle prove che il giudice abbia ritenuto necessario assumere in udienza. Il fondamento logico di tale disciplina va collegato alla specificita` del giudizio direttissimo che, instaurandosi nelle ipotesi di arresto in flagranza, puo` presentare pur tuttavia l`esigenza di accertamenti ulteriori, normalmente ben poco compatibili con la brevita` della fase delle indagini preliminari che lo precede, e che sarebbe pero` in contrasto con il principio di economia processuale - che tende a favorire l`adozione del giudizio abbreviato - consentire solo al normale dibattimento. La specificita` della disciplina suddetta non puo` peraltro superare il requisito indefettibile di ogni forma di giudizio abbreviato e cioe` l`esigenza che l`imputato istante accetti di essere giudicato allo stato degli atti, onde egli non potra` chiedere quel giudizio e nel contempo avanzare istanze probatorie, dovendo le ulteriori indagini essere richieste dal P.M. o disposte comunque dal giudice (Sulla scorta del principio di cui in massima la Cassazione ha ritenuto ingiustificato nella specie il dissenso del P.M. in ordine alla richiesta di rito abbreviato formulata in "limine" del rito direttissimo, in quanto motivato dalla necessita` di esperire gli accertamenti da lui richiesti).

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