Il vincolo pubblicistico di destinazione di un'area a parcheggio, imposto dall'art. 41-sexies della legge urbanistica n. 1150/1942 e dall'art. 18 della legge n. 765/1967, è assolutamente inderogabile non solo dall'autonomia pattizia dei privati, ma anche dall'attività amministrativa della Pubblica Amministrazione. Tale vincolo, che incide con effetti necessariamente inscindibili sia nel rapporto pubblicistico di concessione-autorizzazione edilizia, sia negli atti privati di disposizione degli spazi riservati al parcheggio, impone la destinazione di detti spazi all'uso diretto dei proprietari delle unità immobiliari comprese nell'edificio e dei loro aventi causa. Pertanto, il mutamento di destinazione d'uso dell'area asservita a parcheggio, realizzato attraverso la costruzione di un'unità abitativa, rientra tra le opere non suscettibili di sanatoria ai sensi dell'art. 33 della legge n. 47/1985, in quanto in contrasto con un vincolo di inedificabilità direttamente discendente dalla legge. Conseguentemente, il silenzio-assenso sulla domanda di condono edilizio non può formarsi in presenza di tale vincolo, non sussistendone i presupposti essenziali, e l'Amministrazione è tenuta a rigettare la relativa istanza.