Il principio di diritto fondamentale enucleabile dalla sentenza è il seguente: L'associazione di stampo mafioso è configurabile quando vi sia la prova della sussistenza di un vincolo associativo permanente, caratterizzato dalla forza di intimidazione derivante dal vincolo mafioso e dalla conseguente condizione di assoggettamento ed omertà, nonché dall'esercizio di un potere di controllo del territorio e di attività economiche, anche attraverso l'uso di mezzi illeciti come l'intimidazione e la violenza. La partecipazione all'associazione mafiosa può essere dimostrata attraverso le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, purché dotate di attendibilità intrinseca ed estrinseca, e dalle risultanze delle intercettazioni, il cui contenuto è rimesso alla valutazione del giudice di merito. L'aggravante dell'uso di armi è applicabile all'associazione mafiosa in base al principio di responsabilità oggettiva ex art. 59 c.p., comma 2, senza necessità della prova della disponibilità diretta delle armi da parte del singolo partecipe. L'associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti può essere provata anche attraverso il contenuto delle intercettazioni, purché la motivazione del giudice di merito sia congrua e logica nell'escludere ipotesi alternative degne di plausibilità. Il reato di trasferimento fraudolento di valori è configurabile quando vi sia la prova della fittizia intestazione di beni a terzi per eludere le disposizioni di legge e sottrarre i beni alla confisca. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche deve essere adeguatamente motivato dal giudice di merito, tenendo conto degli elementi di cui all'art. 133 c.p. e della personalità del reo.