Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19095 del 20 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:19095PEN

Massima

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Il concorso morale nel reato di estorsione aggravata richiede un apprezzabile contributo del concorrente nella fase ideativa o propositiva del crimine, in rapporto di causalità efficiente con il fatto, non essendo sufficiente la mera presenza inattiva o la semplice connivenza. Le dichiarazioni della parte offesa, rese in assenza di elementi di connessione con i fatti contestati, sono comunque utilizzabili ai sensi dell'art. 63 c.p.p., comma 1, ultimo periodo. L'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991 è configurabile quando la condotta estorsiva sia agevolata dalla presenza di altri soggetti consapevolmente partecipi, in grado di rafforzare l'efficienza causale intimidatoria e condizionante la forzata disponibilità della vittima. Il diniego delle attenuanti generiche e la determinazione della pena rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesc - rel. Consigliere

Dott. GRAMENDOLA ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. RA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1117/2005 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 19/10/2007;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/05/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SERPICO Francesco;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FRATICELLI Mario che ha concluso per: Rigetto del ricorso.

OSSERVA

Sull'appello proposto dal …

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