Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38911 del 24 settembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:38911PEN

Massima

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Il timbro apposto su un documento, quale il permesso di soggiorno, costituisce parte integrante del documento stesso e la sua contraffazione integra il reato di cui all'art. 468 c.p., comma 1 e 2, in quanto la falsificazione del timbro ufficiale, anche in assenza di una perizia tecnica, può essere desunta dalla falsità complessiva del documento. Inoltre, il tentativo di ottenere il rilascio di documenti di identità e di soggiorno sotto false generalità, ai sensi degli artt. 56, 81 e 482 in relazione all'art. 477 c.p., è configurabile anche in relazione a documenti rimasti in bianco, in quanto l'attività criminosa si realizza con la presentazione della richiesta di rilascio, a prescindere dal fatto che i documenti siano stati materialmente compilati. La mancata corrispondenza tra i capi di imputazione e il contenuto della sentenza non determina l'inammissibilità del ricorso per cassazione, qualora i motivi di impugnazione siano comunque specifici e puntuali nel contestare la decisione impugnata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. PZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in Marocco l'1.1.1966;
avverso la sentenza pronunciata dalla corte di appello di Milano il 3.4.2014;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere dott. Alfredo Guardiano;
udito il pubblico ministero nella persona del sostituto procuratore generale dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
FATTO E DIRITTO
1. Con sentenza pronunciata il 3.4.2014 la corte di appello di Milano confe…

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