Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 2566 del 2013

ECLI:IT:TARLAZ:2013:2566SENT

Massima

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La domanda di condono edilizio presentata ai sensi della legge n. 47/1985 impedisce all'amministrazione comunale di adottare provvedimenti sanzionatori, quali l'ordine di demolizione, sulle opere oggetto della richiesta di sanatoria, fino alla conclusione del relativo procedimento. L'adozione di un provvedimento di demolizione in pendenza della domanda di condono costituisce violazione degli artt. 38 e 44 della legge n. 47/1985 e determina l'illegittimità dell'atto per eccesso di potere da parte dell'amministrazione, la quale è tenuta a pronunciarsi sull'istanza di condono prima di esercitare i propri poteri di vigilanza e ripristino della legalità edilizia. Il principio di diritto affermato dalla sentenza mira a tutelare l'affidamento del privato che abbia presentato una domanda di condono edilizio, impedendo all'amministrazione di adottare provvedimenti sanzionatori in pendenza del relativo procedimento, al fine di garantire la certezza dei rapporti giuridici e l'effettività della sanatoria edilizia prevista dalla legge. L'amministrazione, pertanto, è tenuta a valutare la domanda di condono prima di poter esercitare i propri poteri repressivi, essendo preclusa l'adozione di provvedimenti demolitivi o ripristinatori in pendenza del procedimento di sanatoria. Solo all'esito del procedimento di condono, ove la domanda non venga accolta, l'amministrazione potrà legittimamente esercitare i propri poteri di vigilanza e di ripristino della legalità edilizia.

Sentenza completa

N. 09523/1993
REG.RIC.

N. 02566/2013 REG.PROV.COLL.

N. 09523/1993 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Ter)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 9523 del 1993, proposto da:
Coccetti Giuseppe e Delle Fratte Adelma, rappresentati e difesi dall'avv. Paolo Gonnelli, presso il cui studio, in Roma, via Stefano Borgia, 15, hanno eletto domicilio;

contro

Comune di Roma (ora Roma Capitale), in persona del Sindaco
pro tempore,
rappresentato e difeso dall'avv. Riccardo Marzolo, domiciliato in Roma, via Tempio di Giove, 21;

per l'annullamento

dell’ordinanza prot. 16662 datata 29 marzo 1993, n. 504 con la quale è stata ingiunta la sospensione dei lavori nonché la demolizione e la rimozione di opere abusive;

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