Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così espresso: L'ampliamento di un edificio residenziale in zona agricola, ai sensi dell'art. 4 della L.R. n. 24/1985, deve essere valutato con riferimento all'intero complesso immobiliare, anche se articolato in più unità abitative, e non può essere autorizzato qualora il volume complessivo destinato a residenza abbia già raggiunto il limite massimo di 800 mc previsto dalla normativa regionale, tenendo conto degli ampliamenti precedentemente realizzati sull'intero edificio, a prescindere dalla sua suddivisione proprietaria. L'amministrazione comunale è legittimata ad annullare in autotutela la concessione edilizia rilasciata in contrasto con tali presupposti, nonché con le distanze minime dalla strada pubblica stabilite dagli strumenti urbanistici, senza che ciò comporti violazione del principio di buona fede e dell'affidamento del privato, in assenza di un consolidamento del suo interesse e di un avvio effettivo dei lavori. L'interesse pubblico al rispetto della normativa urbanistica prevale sull'interesse del privato all'ampliamento della propria residenza.