Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27859 del 7 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:27859PEN

Massima

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Il reato di calunnia si configura quando l'agente, con denuncia o querela, attribuisce falsamente a una persona l'aver commesso un reato, essendo a conoscenza della sua innocenza. Perché sussista il reato è necessario che l'imputazione sia consapevolmente falsa e che l'agente abbia agito con il dolo specifico di nuocere all'innocente. La valutazione della responsabilità penale per calunnia deve essere effettuata sulla base di un'attenta disamina delle risultanze processuali, senza che il giudice di legittimità possa sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, salvo i casi di manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione. L'entità della pena irrogata deve essere commisurata alla gravità del fatto, tenendo conto anche dei precedenti penali dell'imputato e del suo comportamento processuale volto a inquinare le prove.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ga. Da. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del 27 maggio 2008 emessa dalla Corte d'appello di Ancona;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione del Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio;

sentito il Sostituto Procuratore Generale, Dott. LO VOI Francesco, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

sentito l'avvocato ((omissis)), che ha insistito per l'accoglimento d…

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