Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33078 del 17 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:33078PEN

Massima

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Il tentativo di reato si configura quando l'agente, avendo definitivamente approntato il piano criminoso in ogni dettaglio, abbia iniziato ad attuarlo, l'azione abbia la significativa probabilità di conseguire l'obiettivo programmato e il delitto sarà commesso, salvo il verificarsi di eventi non prevedibili indipendenti dalla volontà del reo. A tal fine, rilevano non solo gli atti esecutivi veri e propri, ma anche quegli atti preparatori che facciano fondatamente ritenere l'univocità dell'azione criminosa, come l'individuazione dell'obiettivo, la progettazione dell'azione nei minimi particolari e la progressione nell'organizzazione, senza che assuma rilievo decisivo la non imminenza dell'assalto. Inoltre, ai fini del tentativo, è sufficiente che l'azione posta in essere abbia già posto in pericolo il bene giuridico tutelato dalla norma, anche se l'evento non si sia ancora verificato. Pertanto, il tentativo di rapina si configura quando i correi si trovino a breve distanza dal luogo della consumazione, in possesso di armi e strumenti atti all'immobilizzazione delle vittime, avendo già predisposto un collegamento diretto con l'obiettivo, in quanto tali condotte denotano l'univocità dell'azione criminosa e il concreto pericolo per il bene giuridico protetto. In tema di intercettazioni, l'interpretazione del linguaggio adoperato dai soggetti intercettati, anche quando sia criptico o cifrato, costituisce questione di fatto rimessa alla valutazione del giudice di merito, la quale, se risulta logica in relazione alle massime di esperienza utilizzate, si sottrae al sindacato di legittimità, salvo i casi di manifesta illogicità o irragionevolezza della motivazione. Inoltre, il concorso morale nel reato di ricettazione può essere affermato sulla base della complessiva predisposizione del piano criminoso da parte di tutti i correi, che preveda l'utilizzo di un mezzo furtivo per la fuga dal luogo di consumazione dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - rel. Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/04/2017 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PARDO IGNAZIO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa LORI PERLA, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
Udito il difensore avv.to (OMISSIS) in sostituzione dell'avv.to (OMISSIS) che si…

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