La cessazione di un ente associativo quale struttura emanazione di una confederazione sindacale e la sua trasformazione in associazione di fatto, deliberata dall'organo direttivo della confederazione, non comporta lo scioglimento dell'ente territoriale, il quale, pur mutando la propria natura giuridica, subentra senza soluzione di continuità nella titolarità attiva e passiva dei rapporti facenti capo all'ente cessato, in assenza di una diversa previsione statutaria o deliberativa. Pertanto, l'ente associativo risultante dalla trasformazione è chiamato a rispondere dei debiti dell'ente territoriale precedente, salvo che non sia dimostrata l'esistenza di una volontà contraria espressa nell'atto di trasformazione. L'interpretazione della volontà espressa negli atti associativi rilevanti deve essere condotta secondo i canoni ermeneutici di cui agli artt. 1362 e 1363 c.c., senza che il giudice possa pervenire a conclusioni apoditiche o in contrasto con il chiaro tenore letterale dei medesimi atti.