Il mancato adempimento di un'ordinanza sindacale che impone l'esecuzione di lavori urgenti su un immobile per scongiurare il pericolo di crollo integra esclusivamente la contravvenzione di cui all'art. 677 c.p., comma 3 (omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina) e non anche la contravvenzione di cui all'art. 650 c.p. (inosservanza di provvedimenti dell'Autorità), atteso che quest'ultima ipotesi di reato ha carattere sussidiario e può configurarsi solo quando non sussista una norma incriminatrice a carattere specifico. Spetta agli imputati, per evitare di rispondere dell'inottemperanza all'ordinanza sindacale, provare l'assenza di una effettiva situazione di pericolo al fine di ottenere la disapplicazione dell'ordinanza ritenuta illegittima per carenza dei presupposti oggettivi, mentre l'onere probatorio dell'accusa è limitato alla dimostrazione dell'esistenza dell'ordinanza sindacale (assistita da presunzione di legittimità) e dell'inottemperanza dei suoi destinatari. Qualora il giudice di merito abbia omesso di pronunciarsi sulla richiesta di applicazione dei benefici di legge avanzata dalla difesa, la sentenza deve essere annullata con rinvio per nuovo giudizio sul punto, non potendo la Corte di Cassazione procedere ad annullamento senza rinvio, involgendo la questione valutazioni di merito anche con riferimento al giudizio prognostico indicato nell'art. 164 c.p.