Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19951 del 26 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:19951PEN

Massima

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Il tentato omicidio si configura quando l'azione dell'agente, pur non raggiungendo l'evento letale, risulta idonea e diretta a cagionare la morte della vittima, in base a una valutazione ex ante che tenga conto della sede corporea colpita, dell'arma utilizzata, della reiterazione dei colpi e delle modalità dell'azione lesiva, a prescindere dall'effettiva gravità delle lesioni prodotte. Ai fini della distinzione tra il reato di lesioni personali e quello di tentato omicidio, rileva non solo il diverso atteggiamento psicologico dell'agente, ma anche la differente potenzialità offensiva dell'azione, essendo sufficiente che questa vada oltre l'evento realizzato e tenda a causare un danno più grave, pur senza riuscirvi per ragioni estranee alla volontà dell'agente. La valutazione della sussistenza dell'elemento soggettivo del dolo omicidiario deve essere effettuata in base a un giudizio prognostico ex ante, senza che assuma rilievo decisivo la mera entità delle lesioni effettivamente prodotte.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

An. Ma. n. il (OMESSO);

avverso la sentenza 13 ottobre 2009 - Corte di Appello di Caltanissetta;

sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Dott. FEBBRARO Giuseppe, che ha chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata in ordine alla qualificazione giuridica del fatto.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

1. - Con sentenza in dat…

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