Il falso ideologico in atto pubblico commesso dal privato mediante dichiarazione sostitutiva di atto notorio, resa a pubblico ufficiale in adempimento di un obbligo normativo, integra il reato di cui all'art. 483 c.p., a prescindere dall'autenticazione della firma, essendo sufficiente che la dichiarazione non veritiera concerna fatti dei quali l'atto del pubblico ufficiale è destinato a provare la verità. Ai fini dell'esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis c.p., il giudizio richiede una valutazione complessiva delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza e dell'entità del danno o del pericolo, senza che assumano rilievo determinante né l'esiguo ammontare del finanziamento pubblico indebitamente richiesto, né la mera tentata realizzazione del reato, ove la condotta risulti comunque coordinata e ingegnosa.