Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 47284 del 11 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:47284PEN

Massima

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La minaccia e le modalità intimidatorie utilizzate per indurre la controparte a rinunciare all'azione giudiziaria, anche in presenza di una pretesa creditoria ritenuta infondata, integrano il reato di tentata estorsione e non possono essere qualificate come esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in quanto la condotta degli agenti, per la sua forza coercitiva, risulta incompatibile con la volontà di far valere un proprio diritto e si traduce in una prava volontà ricattatoria finalizzata al conseguimento di un ingiusto profitto. Pertanto, anche quando la minaccia abbia ad oggetto l'esercizio di un diritto in sé non ingiusto, essa può assumere i connotati dell'estorsione qualora le modalità della condotta denotino una finalità meramente estorsiva, esorbitante dai limiti dell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni. La valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato di estorsione, piuttosto che di quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, deve essere effettuata alla luce dell'elemento intenzionale dell'agente, ossia della coscienza di perseguire un profitto ingiusto, anziché di far valere un proprio diritto, nonché dell'intensità e delle modalità della minaccia, le quali, se sproporzionate rispetto alla finalità di far valere un diritto, possono integrare gli estremi della condotta estorsiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MATERA Lina - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PE. PA. N. IL (OMESSO);

2) TO. CA. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 10746/2008 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 06/03/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MATERA Lina;

sentite le conclusioni del PG Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha chiesto il rigetto dei ricorsi;

Udito l'Avv. ((omissis)), quale sostituto dell'Avv. ((omissis)), che insiste per l'accoglimento del ricors…

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