Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La scriminante dell'esercizio di un diritto o adempimento di un dovere (art. 51 c.p.) non può essere riconosciuta quando l'imputato reagisce in modo ingiurioso a un comportamento altrui che, pur essendo ritenuto illegittimo, non risulti essere palese e manifesto ictu oculi, ma emerga solo all'esito di un accertamento tecnico successivo. In tali casi, la reazione offensiva non può essere considerata contestuale e strumentale all'esercizio di un diritto, in quanto la presunta ingiustizia del comportamento altrui non era immediatamente percepibile. Inoltre, l'inosservanza di precedenti provvedimenti giudiziari, pur potendo integrare un illecito penale autonomo, non è di per sé sufficiente a configurare la scriminante dell'esercizio di un diritto, essendo necessario che l'ingiustizia del fatto provocatorio sia evidente e manifesta al momento della reazione offensiva. I termini di prescrizione dei reati di competenza del giudice di pace sono quelli ordinari previsti dall'art. 157 c.p., comma 1, e non il termine triennale di cui al comma 5 della medesima disposizione.